La CCEE dal Papa, Grušas: la sinodalità aiuterà anche la politica
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Una Chiesa sinodale deve essere aperta, in ascolto di tutti. Se ciò si avvera, può contagiare tutta la società ed essere utile sia per il dialogo, sia per la politica. È quanto sottolinea ai media vaticani monsignor Gintaras Grušas, presidente CCEE, capo dei vescovi della Lituania che, insieme al vice presidente dell’organismo ecclesiale europeo, cardinale Ladislav Nemet, è stato ricevuto da Leone XIV in Vaticano, stamani, 28 giugno. Occasione, questo incontro, per rimarcare l’auspicio condiviso di un ritorno ai valori su cui è stata fondata l’Unione europea.
Perseverare nella ricerca dell’unità tra le Chiese
“Il Papa ci conosce bene, come prefetto del Dicastero per i Vescovi è stato alla nostra plenaria negli ultimi due anni, conosce il nostro lavoro. Abbiamo un buon rapporto che continua anche ora”, racconta il presule che ha presentato al Pontefice il lavoro del CCEE segnato in massima parte dagli sforzi per la promozione dell’ecumenismo, della pace, guardando alla assemblea plenaria che si terrà il prossimo ottobre. Dal Successore di Pietro è stato confermato il supporto a una missione evangelizzatrice da condurre con entusiasmo. Del resto, è quello che fin dai primi passi del nuovo ministero petrino, il Papa sta esprimendo, secondo Grušas. Il vescovo lituano ricorda inoltre l’incontro del CCEE a Nicea, attuale İznik, in Turchia, la settimana scorsa, dove con il Patriarca Bartolomeo I si è suggellato l’impegno a ricercare insieme l’unità delle Chiese.
Nella diplomazia occorre continuità per porre fine ai conflitti
“Con grande dolore” le Conferenze episcopali europee guardano ai conflitti in corso nel cuore dell’Europa e in Medio Oriente. “Bisogna pregare, noi preghiamo. Come ci ricorda il nunzio in Ucraina, dobbiamo pregare per il miracolo della pace. E prestare attenzione anche al lavoro caritativo per aiutare chi è colpito dalla guerra. Serve il dialogo fra i politici, fra le parti in guerra, per arrivare a una pace duratura, il più presto possibile”. Monsignor Grušas sottolinea che “dobbiamo riprendere la diplomazia perché questa è la via alla vera pace. Sempre, sul terreno diplomatico, bisogna riprovare, fare un lavoro costante, non una tantum. Il dialogo chiede che ci sia continuità”. E intanto, da vescovo lituano, aggiunge che l’invasione russa in Ucraina preoccupa i Paesi baltici. E si fa portavoce dei sentimenti dei propri connazionali, “contenti di essere membri della Nato”.
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